Gli ultimi due anni hanno dimostrato che la Travel & Hospitality industry è molto più dipendente da quanto avviene nella sfera sociale, economica e politica rispetto a qualsiasi altro settore. L’impatto dei cambiamenti in uno qualsiasi di questi ambiti sul turismo è più forte che su qualsiasi altro settore di attività economica.
Il PIL italiano è aumentato del 6% nel 2021. Tale crescita è destinata a continuare nel 2022 al punto che, come riportato dal “Sole 24 Ore” (4 gennaio 2022), i valori del del PIL in epoca pre-Covid saranno recuperati entro la metà del 2022 – anziché che nel 2024 come inizialmente stimato. La produzione industriale ha già raggiunto i livelli pre-pandemici.
Tuttavia, l’industria dell’ospitalità è ancora in ritardo, nonostante i picchi raggiunti nel periodo Primavera-Autunno 2021. Mentre la recrudescenza della pandemia ha avuto un impatto sulla contrazione dei livelli di produzione del settore, lo scoppio della variante Omicron non è l’unico evento che potrebbe influenzare il viaggio.
Grazie alle politiche espansive che anche le Banche Centrali più riluttanti hanno iniziato ad adottare a partire dalla crisi del 2008, l’inflazione è stata a lungo assente dal dibattito economico, sollevando invece preoccupazioni sulla lentezza della crescita dei prezzi.
Questa dinamica si è invertita nel 2021, quando l’inflazione ha iniziato a crescere rapidamente. Da gennaio il prezzo medio del petrolio è aumentato del 53%, del 106% quello del gas naturale, del 23% quello del rame, del 72% il prezzo dello stagno (fonte: “Sole 24 Ore”).
Sebbene le banche centrali sostengano che questo aumento dei prezzi sia temporaneo, i prezzi del petrolio rappresentano un’ulteriore minaccia per l’industria dei trasporti – oltre al Covid; mentre l’inflazione rischia di esaurire il potere di spesa acquisito dai consumatori durante le fasi di lockdown.
L’instabilità geopolitica nell’Europa Orientale rappresenta una ulteriore minaccia per il turismo. I tentativi della Russia di rafforzare la propria influenza sull’Ucraina potrebbero avere un impatto negativo sull’approvvigionamento di gas dell’UE, quindi sull’inflazione. Anche i recenti disordini politici in Kazakistan rappresentano un ulteriore elemento di instabilità.
Quali sono le implicazioni di tutto questo per i Viaggi e l’Ospitalità? Sebbene le prospettive per il 2022 siano ancora ottimistiche e si prevede un aumento della produzione, la flessibilità potrebbe costituire un elemento centrale così come lo è stato nel 2021.
A meno che tour operator, agenti di viaggio e hotel non siano in grado di intercettare la domanda proveniente dagli ultra ricchi che non risentono dell’inflazione e sono invece disposti a viaggiare e prenotare camere e voli in anticipo nonostante ogni sorta di restrizioni e impedimenti come i test anti-Covid test da fare prima e dopo l’arrivo a destinazione, una certa flessibilità nelle politiche di pagamento e cancellazione, così come nelle strategie tariffarie, potrebbero aiutare a sostenere i livelli di produzione a fronte di una contrazione della booking window.
Antonio Desiderio
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